Il nostro Parco con i colleghi del Monte Barro per la salvaguardia della biodiversità
By ComunicazioneIn News20th novembre, 2022Stiamo collaborando con il Parco del Monte Barro nel progetto Life Seedforce per salvare le piante autoctone italiane dall’estinzione grazie alle banche dei semi. La salvaguardia della biodiversità è infatti un impegno che tutti devono avere a cuore. Il Parco del Monte Barro si sta occupando degli interventi nelle aree indicate della Lombardia tramite le strutture del Centro Flora Autoctona della Lombardia (CFA) e della Banca del Germoplasma delle Piante Lombarde (o Lombardy Seed Bank, LSB), gestiti dal Parco e con sede a Galbiate (Lecco).
La scorsa settimana i nostri tecnici hanno aiutato i colleghi del Barro a prelevare i campioni di terreno nei siti dove vive l’Eleocharis carniolica, pianta già estinta ad esempio in provincia di Cremona (qui la scheda della pianta).
Il terreno argilloso prelevato servirà per rinvasare le piante già germinate nel Centro Flora Autoctona della Lombardia, per produrre nuove piantine a partire dai semi presenti nel suolo stesso e per ottimizzare il protocollo di coltivazione ex situ (ovvero al di fuori dell’habitat naturale) in parallelo con i ricercatori dell’Università degli Studi di Udine che, nel progetto Life Seedforce, si occupano come gli esperti del Parco del Monte Barro di questa specie.
Il terreno è stato campionato vicino a un piccolo stagno artificiale dentro il nostro Parco delle Groane, in aree normalmente sommerse e non ha intaccato la popolazione locale di Eleocharis carniolica. Sulle rive dello stagno oltre alle piante più mature, germinate quest’anno anche in aree normalmente sommerse, sono state individuate numerose giovanissime plantule nate dopo la lunga siccità estiva, in seguito alle più recenti piogge autunnali.
Il progetto europeo guidato dal Muse di Trento coinvolge 15 partner italiani e stranieri, in 10 regioni italiane, in Francia, a Malta e in Slovenia
Quattro le specie sotto osservazioni: Eleocharis carniolica, Gladiolus palustris, Saxifraga tombeanensis e l’orchidea Liparis loeselii. I territori coinvolti spaziano dal Monte Barro, alla Palude di Brivio e al Sasso Malascarpa nel Lecchese, fino al Parco delle Groane in pianura e alle montagne calcaree della Valvestino nell’Alto Garda Bresciano. Il progetto, che è formalmente iniziato il primo ottobre e proseguirà fino alla fine del 2026.
“Per la prima volta un progetto Life che fa sistema a livello nazionale per salvare le piante a maggior rischio di estinzione” – spiega Costantino Bonomi, Conservatore di Botanica del MUSE - Una vera e propria operazione di salvataggio in grande stile, compiuta su 29 specie, di cui 28 in Italia, particolarmente rare e minacciate presenti in 76 hot-spot di biodiversità, di cui 59 in Italia, dalle Alpi alle isole maggiori passando per la pianura padana e l’Appennino. Grazie a un approccio integrato, verranno rimosse o mitigate le minacce che gravano su 139 siti di intervento, di cui 107 in Italia, dove verranno trasferiti oltre 25.000 individui di queste specie rare, propagate massivamente in serra e in laboratorio per spezzare le catene dell’isolamento che oggi le condannano all’estinzione”.
(fonte: Comunicato Stampa)