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Distretti rurali, Della Rovere: “I have a dream…”

Domenica scorsa il nostro presidente Roberto Della Rovere era tra i relatori della tavola rotonda “I Distretti rurali: potenzialità e sviluppo del marketing territoriale” organizzata nell’ambito della seconda edizione di “Lentate AgriAlimenta”, la mostra-mercato a Km0 che si è tenuta a Lentate sul Seveso e che godeva del patrocinio del Parco delle Groane.

Ecco alcuni significativi passaggi del suo intervento. “Il settore agroalimentare è in continua crescita, ma perché questo sviluppo prosegua nel tempo c’è bisogno di apertura, confronto e nuove forme di contaminazione tra i vari attori protagonisti. Sono convinto che il rilancio economico italiano debba passare attraverso il territorio”.

Secondo Della Rovere la sfida del futuro è la seguente: “Far comprendere che il recupero del territorio passi attraverso il riconoscimento e  l’incentivazione di quelle che sono le sue caratteristiche e le sue capacità produttive in termini agricoli, ma anche culturali”.

Esaltare la vocazione turistica è uno delle vie da perseguire: “Non è vero che la nostra area non ha capacità ricettive. E’ sempre maggiore la richiesta di chi magari è a Milano per lavoro di pernottare nelle strutture agrituristiche esterne alla grande città. Ma non solo. Cresce quello che io chiamo il turismo di vicinato ovvero l’esigenza di chi vive nelle metropoli di spostarsi nel week-end alla ricerca di tranquillità, di relax a stretto contatto con la natura, senza fare troppi chilometri”.

Roberto Della Rovere ha un sogno. Anzi un obiettivo: “Creare, sul territorio delle Groane, una filiera agroalimentare che metta in contatto le attività produttive con quelle di ristorazione e servizi, magari attraverso la creazione di un distretto o collegandosi a un altro già esistente”. E fa un appello alle Amministrazioni: “Occorre fare un salto. E mi rivolgo soprattutto a quei Comuni che nel corso degli anni hanno maturato una forte vocazione ambientalista. Le loro richieste ai livelli superiori devono dirigersi affinché si cambi il paradigma attuale che vede al centro delle politiche di sviluppo lo sfruttamento intensivo del territorio e del suolo. Una prospettiva del genere, ora, non è più accettabile…”.