L’intervista a Roberto della Rovere
By ComunicazioneIn Comunicati stampa15th gennaio, 2015A pochi giorni dal suo insediamento il nuovo presidente del Parco Regionale delle Groane Roberto della Rovere si è concesso per un’ampia intervista in cui spiega, innanzitutto, le sensazioni a caldo per questo suo nuovo incarico che lo terrà impegnato per i prossimi due anni e, di seguito, gli obiettivi da perseguire nel corso di questo periodo che si annuncia intenso e ricco di lavoro.
Presidente, cosa ha significato e cosa significa per Lei il Parco delle Groane?
«Dire che significa tanto…è poco. Faccio una premessa, io non sono originario di queste zone, provengo da Milano dove ho vissuto 35 anni, vent’anni fa mi sono trasferito a Cesate, mi sono sposato e tuttora risiedo. Ma il Parco delle Groane lo frequentavo fin dagli anni ’80 quando ho iniziato a lavorare da queste parti. All’epoca ero anche volontario di Legambiente e una delle prime cose che ho conosciuto di questo territorio è stata proprio il Parco attraverso l’allora sindaco di Cesate Ettorina Borroni. Mi sono lasciato coinvolgere da lei e da quel momento mi sono innamorato del Parco. Lo sforzo che è stato compiuto per mantenere quest’area così come era è stato bellissimo, il Parco delle Groane ha significato molto per parecchie generazioni di amministratori e cittadini. Forse all’inizio si è fatta un po’ fatica a capire le sue potenzialità e la sua bellezza che forse solo oggi riusciamo a valorizzare appieno. Per quanto mi riguarda, mi sono sentito partecipe fin dall’inizio, per me è stato un grandissimo piacere ed ora è un grandissimo onore ricoprire questo incarico».
Con la sua risposta ha un poco anticipato la seconda domanda. È d’accordo nel definire il nostro Parco un piccolo “miracolo” della natura, cioè 3.800 ettari di verde immersi in uno dei contesti più urbanizzati d’Italia?
«Essere riusciti a mantenere, a conservare un’entità territoriale di questo genere così ampia ha del miracoloso. È vero. Dopo di che ci sono state una forte volontà e una chiara capacità di leggere l’evoluzione futura da parte di molti amministratori. Non lo è stato in passato, e non lo è ancora, semplice spiegare a un cittadino una scelta così coraggiosa, specie quando la pressione immobiliare era così forte da rivalutare in maniera non indifferente il valore dei terreni».
23 dicembre 2014, Roberto della Rovere è il nuovo presidente del Parco delle Groane. Qual è la prima cosa che le è passata per la testa?
«Fare un giro per il Parco. Cercare di vederlo con un occhio diverso, non da semplice fruitore. Ebbene sì, alla vigilia di Natale ero a Castellazzo di Bollate insieme a mia moglie per vedere come stessero procedendo i lavori delle Vie d’Acqua. E poi ho fatto un giro dell’anello della Polveriera, qui dietro la sede, che è fantastico».
Guardiamo avanti. Cosa si può fare per migliorare sempre di più il Parco delle Groane?
«Mi piacerebbe capire come valorizzare ulteriormente le nostre ricchezze, c’è bisogno di far spostare l’attenzione delle gente sul Parco, la gente deve conoscerlo, ma non solo i cittadini del territorio, deve diventare un’attrazione anche per chi viene da fuori. Abbiamo potenzialità incredibili. E se ragioniamo in questi termini l’immagine è una questione fondamentale e strettamente legate sono sicurezza e rispetto del territorio, due problemi estremamente spinosi e di difficile gestione perché, da una parte, le forze che possiamo mettere in campo come Parco delle Groane sono estremamente esigue e anche i Comuni fanno molta fatica con le loro pattuglie di Polizia Locale. Pertanto bisogna cercare strade alternative magari già utilizzate in passato e da ripetere, ci sto riflettendo proprio in questi giorni. Obiettivo? Dare un segnale forte verso l’esterno. Se noi sappiamo che ci sono zone a particolare sensibilità, magari iniziamo a fare un’operazione proprio lì per fare vedere che ci siamo. Inoltre penso a un maggiore coinvolgimento con le Amministrazioni comunali e le Forze dell’Ordine…».
Mi offre un assist. Che tipo di dialettica vuole instaurare con le istituzioni vicine al Parco?
«Qui mi piacerebbe riportare la mia esperienza di sindaco a Cesate. Il tipo di rapporto che deve instaurarsi tra il nostro ente e i comuni deve essere innanzitutto di reciproco rispetto e autonomia, senza mai dimenticare il nostro ruolo centrale di ascolto e di coordinamento delle proposte provenienti dai comuni, senza snaturare i compiti istituzionali del Parco. Lo dicevo da amministratore, lo dico ora da presidente. Faccio un esempio. In ambito di sicurezza una cosa è far parte dell’Arma dei Carabinieri, una è far parte della Polizia Locale di un comune e un’altra ancora far parte della Polizia Locale del Parco. Non mischiamo le questioni perché altrimenti non si capisce chi fa che cosa e per di più rischiamo di ingenerare nel cittadino e tra gli operatori confusione. Ognuno è addestrato e cresce su un percorso formativo preciso».
Ci sembra di capire che la sicurezza è un tema a Lei caro. Approfondiamo?
«Volentieri. Mi piacerebbe, per quanto possibile, garantire una presenza più visibile sul territorio del Parco del corpo di vigilanza e delle guardie volontarie. I cittadini devono avvertire, passando, che ci sono, che sono lì. E sempre a questo proposito aggiungo che uno dei primi passaggi che faremo a breve sarà l’approvazione di un nuovo regolamento. Ci tengo molto. Ci sto già lavorando. Esistono regole di buon comportamento imprescindibili, di rispetto reciproco, occorre educare all’uso delle strutture. Se sono un ciclista devo capire che non posso utilizzare le ciclabili per allenarmi e andare a 40 all’ora nel week-end quando i sentieri sono frequentati dalle famiglie. E questo è solo un esempio per far capire che i regolamenti vanno rispettati».
E poi c’è l’Expo. Come si pone il Parco delle Groane in vista di questo appuntamento?
«Può essere sicuramente un’occasione, ma teniamo presente la temporalità dell’evento che durerà sei mesi. Questo per dire che abbiamo, praticamente dietro l’angolo, un’altra potenzialità molto forte che continuiamo a non prendere in considerazione ovvero una delle più grandi fiere d’Europa. Negli altri Paesi una struttura del genere è organizzata in modo tale da avere un indotto nel raggio di 30 Km. E noi siamo il backstage della Fiera e possiamo offrire tutta una serie di servizi, sempre nel nostro ambito, che dobbiamo sfruttare. Quindi la mia risposta vale tanto per Expo quanto per la Fiera. Il nostro impegno deve essere volto a promuovere le eccellenze del territorio, farlo conoscere, far capire alla gente che viene da queste parti che disponiamo di una rete di piste ciclabili invidiabile, maneggi, punti di ristoro, e soprattutto abbiamo una sede bellissima che vorrei fosse utilizzata ancora di più. Il mio sogno? Vedere aperto 365 giorni l’anno il cancello vicino all’ex info-point per permettere agli utenti di entrare e uscire!».
Ultima domanda. Rinforzerà la collaborazione con l’associazionismo vicino al Parco?
«Questo è fuori di dubbio. Io arrivo proprio da lì, dall’associazionismo ambientale. Nasco come volontario di Legambiente, sono stato responsabile regionale e in quel periodo ho potuto conoscere da vicino tutta la rete lombarda e nazionale di associazioni legate all’ambiente. Ed è anche grazie a loro che si sono ottenuti certi risultati. Ecco, m’impegno a potenziare questo rapporto con l’associazionismo, e non solo quello ambientale ma anche quello legato al nostro territorio. Ho già dell’idee ma mi sembra prematuro parlarne ora. Organizzeremo un incontro con tutti, lo faremo in quella occasione…».