Primo cambio delle squadre dell’antincendio boschivo. Pubblichiamo anche il testo “L’incendio del volontario”
By ComunicazioneIn News23rd luglio, 2024Primo cambio della guardia come previsto in Sardegna, a Monastir per i nostri volontari dell’antincendio boschivo che stanno partecipando al gemellaggio tra Regione Lombardia, Sicilia e Sardegna in materia di prevenzione e lotta attiva antincendio boschivo per la campagna estiva 2024.
Sabato sono rientrati Gianni Lucchini, volontario di Varedo, Gianmarco Bartesaghi di Caronno Pertusella e Rocco Spataro di Ceriano Laghetto e hanno lasciato pick-up, caschi, tute, guanti e lance a Massimo Ballabio di Caronno Pertusella, Giorgio Fontana di Lentate sul Seveso e Edoardo Grassi di Solaro. Il Parco delle Groane e della Brughiera Briantea sta operando con il coordinamento del Parco del Ticino. Non sono giorni semplici per le squadre Aib impegnate in terra sarda. Per comprendere come opera un volontario e il suo stato d’animo, Gianni Lucchini ci ha girato un testo che circola ormai da alcuni anni nella rete Internet e sui social dal titolo “L’incendio del volontario” purtroppo non viene riportato l’autore di queste belle e intense parole, che riportiamo di seguito.
L’INCENDIO DEL VOLONTARIO
Stai facendo il tuo turno AIB, ha lasciato i tuoi impegni, il tuo lavoro e la tua famiglia, per essere li, con i tuoi Fratelli Volontari e, invece di essere al mare a cazzeggiare, se li a sudare dentro una divisa, a fare chilometri dentro un mezzo scomodo e caldo.
Che sia tu a vedere l’incendio o che qualcun altro te lo segnali è indifferente, quando è il momento di intervenire l’adrenalina comincia a salire, il cuore batte forte e il respiro accelera.
Chi guida impazzisce per trovare la strada più veloce e sicura per arrivare più velocemente possibile sul fronte del fuoco, il capo squadra sta litigando con due radio e il cellulare perché le sale operative, le sale radio e chiunque si senta un minimo responsabile deve sapere in maniera tempestiva anche quante volte ci puliamo il naso e, chi sta dietro, comincia a prepararsi, indossa la giacca, prepara il casco e i guanti e, nel frattempo, l’autista riesce a prendere tutte le buche possibili e immaginabili, comprese quelle che ancora non esistono… e li dentro sembra di essere una pallina del flipper!
Ti sei avvicinato, ormai la colonna di fumo è netta, visibile ed inequivocabile: c’è quell’attimo di silenzio che avvolge tutti, tutti concentrati ad osservare la situazione per capire quanto sia grave, quanto sia grande l’incendio.
Finalmente l’orizzonte si apre, lo vedi li, proprio di fronte a te, il fronte fuoco è vasto, le fiamme sono alte e il vento soffia forte e teso… e poi ti accorgi che il fuoco ha superato anche la cima della collina quindi i fronti sono almeno due.
Il silenzio si interrompe di colpo, il capo squadra prima strilla le solite raccomandazioni, poi strilla per radio che serve ausilio immediato di altre associazioni, e come sempre la risposta sarà: “Mi fai un via filo in sala?”, “Ma la radio cosa ce l’avete data a fare?”…
Finalmente il fenomeno dell’autista ci porta fronte fuoco, tutti a terra, si accende il modulo, si srotola il naspo, e l’acqua comincia a correre, intorno a te il crepitio delle fiamme, il vento, il rumore dei motori del mezzo e del modulo, il casco che ovatta tutto, e poi fa caldo, il sole picchia, le fiamme ti circondano e a terra c’è tanta brace, senti la stanchezza che ti schiaccia, e nonostante tu sia un volontario e potresti anche fermarti e aspettare, non molli, sei li in prima linea, e sai che il benessere di altri dipende anche da quello che stai facendo tu.
Ti ricordi delle nozioni imparate durante i corsi, delle accortezze insegnate dagli anziani, dei trucchetti di chi è del mestiere, sei attento anche se ogni tanto prendi qualche piccolo rischio.
Arrivano le altre squadre in ausilio, arrivano tutte insieme, una colonna di mezzi e persone che accorrono, e per te che sei sul fronte già da un po’ sembra che sia arrivato il settimo cavalleggeri.
Ognuno si prende una fetta del fuoco ed a quel punto non esistono più nomi, associazioni, divise, esiste solo una grande famiglia che combatte il nemico comune.
Da dietro senti qualcuno che strilla “ELICOTTERO!”, alzi lo sguardo ed è sopra di te, è arrivato anche lui e sta già scaricando i suoi 800 litri d’acqua, ma ormai l’unica cosa che puoi fare è lanciarti a terra ed aspettare l’impatto, ti da la sensazione di un gavettone mentre dormi, arriva pesante, violento ma passa in fretta, e tu sei ormai zuppo, infangato, controlli te e i tuoi fratelli che stiano tutti bene, e mentre il caposquadra “bestemmia” per radio per il gavettone ricevuto, tu riprendi il naspo e ricominci da dove avevi lasciato.
L’armonia e la collaborazione di quei momenti raggiungono dei livelli incalcolabili, tutti aiutano tutti, non esiste nessuno che viene lasciato da solo e tu sei sempre li, il cuore che batte a mille, e mille sono gli occhi che ti sono spuntati perché devi stare attento a tutto quello che ti circonda, tu guardi i tuoi fratelli e loro guardano te.
Dopo ore l’incendio viene estinto, si tolgono i caschi, si alleggerisce l’attrezzatura ed il vestiario, si prende una boccata d’aria “fresca”, finalmente si possono anche scambiare quattro chiacchiere con gli altri volontari, si sorride per gli episodi buffi successi… si ripone il materiale e si torna in sede, sudati, puzzolenti e sporchi, pronti per un altro intervento.
Sono più divertenti le giornate al mare, il lavoro per quanto soddisfacente è indispensabile, la famiglia non si tocca, ma niente è paragonabile alle emozioni e alla soddisfazione che ti può dare una giornata da Volontario!!!