Riforma aree protette: le voci dal convegno
By ComunicazioneIn Comunicati stampa15th aprile, 2016Il sistema lombardo delle aree protette è arrivato a un punto di svolta. Sia per la nuova sensibilità ambientale maturata, diversa da quella degli anni ’70 e ’80 quando nella nostra regione e, più in generale in Italia, il sistema si sviluppò; sia per la fase di transizione a livello istituzionale (politico ed economico) che stiamo attraversando e che impone soluzioni diverse e scelte precise. E’ in questo scenario che si va a inserire la nuova proposta di riordino del sistema Parchi portata in discussione dall’assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile Claudia Maria Terzi, gradita ospite al Parco delle Groane all’interno del convegno tenutosi venerdì 15 aprile nella sede di Solaro “Il sistema delle aree protette in Lombardia: tra attualità e futuro”. L’occasione ideale per celebrare i quarant’anni del nostro Parco e per fare il punto sullo stato dell’arte della bozza di riforma. Oltre a Claudia Terzi e al presidente Roberto Della Rovere sono stati tanti i contributi dei maggiori esperti sul tema.
Ma partiamo da quello doveroso dell’assessore regionale che ha sintetizzato così il documento che, nei piani, riordinerà il sistema del “verde” lombardo: “La riforma delle aree protette parte da un presupposto fondamentale ovvero la necessità di un sostanziale riammodernamento di un sistema Parchi che tutela il 25% del nostro territorio e che dopo circa quarant’anni ha bisogno di essere riorganizzato per adeguarsi al nuovo ruolo che riveste oggi, più ampio e più evoluto. Un’area protetta è un elemento vivo, è parte integrante del sistema. La riforma è allo stato della bozza, l’abbiamo già presentata da tempo ai portatori d’interesse; dopo il passaggio in Giunta, ci sarà quello nelle Commissioni consiliari e poi, secondo l’iter legislativo, toccherà alla discussione in Consiglio. Si basa su tre capisaldi. Prima di tutto viene posto in risalto il riconoscimento del ruolo e dell’azione che hanno avuto i Parchi in questi anni. Quando poi si parla di riorganizzazione delle aree protette non si deve assolutamente pensare ad un arretramento rispetto a quello che già c’è, piuttosto il contrario e cioè la conferma del grado e dell’estensione della tutela, se non a un ulteriore ampliamento e implementazione di essa. E come terzo punto mi piace sottolineare come questa riforma debba essere il risultato di un approccio integrato degli enti che fanno già parte del sistema delle aree protette. Bisogna lavorare insieme, non è nostra intenzione che questa sia una legge fatta a tavolino. Gli attori che in questo lungo periodo di tempo hanno fatto sentire la loro voce devono mantenere rappresentatività, anche nel nome di un equilibrio venutosi a creare e che ha dato ottimi risultati”.
Le conclusioni della giornata seminariale sulla base degli interventi di Luigi Ponti (presidente Provincia Monza Brianza Area Vasta), Anna Scavuzzo (Consigliere Città Metropolitana), Arturo Sergio Lanzani (presidente Plis Grugnotorto) oltre a quelli provenienti dal mondo dell’associazionismo ambientale (Damiano Di Simine per Legambiente, Paola Brambilla per WWF e Massimo Soldarini per Lipu) spetta al Presidente del Parco Groane Roberto Della Rovere che ha fortemente voluto questa tavola rotonda: “È stata una giornata importante perché abbiamo avuto modo di confrontarci con l’assessore Terzi su quale sarà il possibile sviluppo del sistema delle aree protette in Lombardia. E come a inizio di ogni percorso quale è quello di una riorganizzazione di un sistema complesso come quello delle aree protette della Lombardia, sono emerse luci e ombre dai vari interventi dei relatori che abbiamo ospitato al Centro Parco Polveriera. Mi preme dire che il clima è stato positivo, collaborativo e il tenore dei contributi mai polemico bensì costruttivo. Sono state poste in evidenza alcune fragilità del testo attualmente in discussione. Il punto nodale è quello relativo ai finanziamenti; nella legge si fa solo un cenno abbastanza fugace al tema del pagamento dei servizi ecosistemici. Già come Federparchi avevamo espresso una richiesta di maggiore incisività su questo aspetto cruciale, magari attraverso la creazione di un fondo strutturale per la gestione dei Parchi che arrivasse anche dalla fiscalità locale. Posso dire che ci sono i margini per operare in seconda battuta sul testo della legge per dare maggior peso e chiarezza a questo tema. L’altro problema rilevante è quello relativo alla definizione degli ambiti territoriali, risolvibile attraverso un confronto aperto tra gli enti e l’assessorato affinché insieme si possano trovare le soluzioni migliori. E da questo punto di vista l’assessore Terzi ha garantito una condivisione dei percorsi”.
Particolarmente significativa è stata la presenza a Solaro anche di Giampiero Sammuri, presidente nazionale di Federparchi che ha portato alcuni esempi di riforme fatti in altre regioni italiane. Questo il suo pensiero: “Giusto riformare, giusto razionalizzare ma… cum grano salis. Nel senso che bisogna farlo trovando un equilibrio tra la dimensione dei territori sotto tutela, la loro organizzazione gestionale e la rappresentatività territoriale”.