Scoiattolo rosso in pericolo. Le GEV del Parco avviano un progetto di monitoraggio
By Parco GroaneIn News24th aprile, 2013Una delle maggiori minacce alla biodiversità è la diffusione di specie alloctone, ovvero piante e animali che, per opera dell’uomo o di eventi naturali, si trovano ad abitare e colonizzare un territorio differente da quello di origine, alterandone la biodiversità e arrivando in alcuni casi anche a soppiantarne le specie native.
Ne è un esempio lo scoiattolo grigio americano, la cui introduzione per mano dell’uomo sta mettendo in serio pericolo lo scoiattolo comune europeo, conosciuto ai più come SCOIATTOLO ROSSO (sciurus vulgaris), l’unica specie di scoiattolo arboricolo nativo e presente in Italia e in gran parte dell’Europa. Questo piccolo roditore autoctono, molto conosciuto da chi ama frequentare i boschi, svolge un fondamentale ruolo negli ecosistemi forestali, ma la competizione per le risorse alimentari e per le zone di rifugio rappresenta per lui una vera minaccia.
Un gruppo di Regioni e di Università, supportati dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Ambiente, ha dato il via a un programma internazionale per la tutela dello scoiattolo rosso. Il progetto si chiama“ROSSOSCOIATTOLO” e prevede azioni di valorizzazione degli ecosistemi forestali tramite il ripristino di condizioni favorevoli alla permanenza e, dove possibile, la reintroduzione dello scoiattolo rosso.
Il ruolo delle GEV può essere importante nel fornire segnalazioni e contribuire al monitoraggio degli scoiattoli presenti sul territorio. Per questo i volontari del Parco Groane, insieme alla LIPU di Cesano Maderno ed al WWF sezione Groane, hanno fornito la propria disponibilità a partecipare al progetto, seguendo il protocollo di monitoraggio sul territorio in collaborazione con l’Università degli Studi dell’Insubria di Varese.
Il monitoraggio avviene posizionando sui tronchi dei frammenti di tubi, all’interno dei quali vengono fissati dei pezzi di nastro biadesivo. Gli scoiattoli, attirati dalle noccioline precedentemente collocate nei tubi, li attraversano, lasciando dei peli sul nastro; l’analisi al microscopio di questi residui permette di determinarne la specie.
Ad oggi non risulta la presenza dello scoiattolo grigio all’interno dei confini del nostro Parco, ma il monitoraggio continuo ci permetterà di controllare e salvaguardare il nostro territorio.
Perchè gli scoiattoli rossi sono così importanti
Gli scoiattoli non solo usano il bosco per vivere e alimentarsi, ma anche lo aiutano nei suoi processi di rinnovamento. Negli anni di forte produzione di semi, in particolare per quelle specie che gli scoiattoli amano, i roditori immagazzinano parte dei semi raccolti. Molti di questi semi saranno recuperati dagli scoiattoli in inverno e in primavera, ma una parte sarà dimenticata. I semi lasciati nel terreno avranno quindi la possibilità di germinare e dare origine a nuove piante.
Forse non tutti sanno che lo scoiattolo rosso mangia anche molti funghi, compresi quelli ipogei, i tartufi e specie simili. Disperdendo le spore dei funghi, lo scoiattolo aiuta la loro crescita. Quest’azione è molto importante perché i funghi sono essenziali per la crescita di molte piante. Scoiattoli, funghi e alberi sono quindi legati da relazioni di tipo ecologico, molto complesse, che nel loro insieme assicurano la loro reciproca presenza.
Lo scoiattolo rosso nel Parco delle Groane
Lo scoiattolo rosso sembra essere stato presente con continuità nei boschi del Parco Groane fino alla fine degli anni ’30. Successivamente si è avuta una rarefazione, seguita da un nuovo incremento fino a poco dopo la seconda guerra mondiale, quando l’assetto dei boschi era simile a quello attuale.
Dopo uno studio approfondito sull’ambiente e sui boschi del Parco Groane, nel 1986 il Consorzio Parco Groane ha ottenuto dalla Regione Lombardia l’autorizzazione a procedere sul progetto presentato per la reintroduzione dello scoiattolo nel Parco stesso.
Il progetto prevedeva la cattura di 10 coppie di scoiattoli nel Parco Pineta ed il rilascio all’interno della pineta di Cesate, luogo ritenuto molto simile alla zona di prelievo e quindi adatta ad accogliere questa specie, sia sotto il profilo della struttura vegetazionale, che per la potenziale produzione di cibo necessaria alla sua sopravvivenza.
Nel 1998, a distanza di 12 anni dal rilascio di 7 coppie di scoiattoli, grazie alla collaborazione di 24 volontari, è stato effettuato un censimento in collaborazione con il Dipartimento di Biologia Animale dell’Università di Pavia.
Le rilevazioni sono state fatte nell’autunno e nell’inverno fra il 1998 ed il 1999, seguendo il metodo della conta dei nidi. È stata riscontrata la presenza di 80 nidi certi e residui alimentari su tutto il territorio del Parco: segno evidente di una sostanziale diffusione con buon esito della reintroduzione in un ambiente adatto.